di Aldo Carpineti
Mio nonno paterno comprò la casa di Salita Multedo nel 1922. Io l'ho venduta esattamente dopo un secolo. Spero di non aver fatto torto a nessuno...
Vendere una casa che ha questa tradizione, dove sono nato e dove ho trascorso il maggior numero dei miei anni, è certamente un passo che comporta qualche conseguenza. Anzitutto la cessazione di un insieme di abitudini che a volte sono evidentemente riconoscibili altre volte sono inconsce. E queste ultime hanno valenze prevalentemente affettive. Verso la casa in sé, verso la famiglia, verso se stessi; è una parte di noi, importante, che da realtà attuale diventa ricordo. Una trasformazione non da poco. Non indaghiamo sulle ragioni di questa decisione, persino a me stesso non sono del tutto note...
A Viareggio ho scelto casa con residenza in quartiere Marco Polo, zona molto tranquilla, adatta anche al mio nipotino Cesare, se vorrà venire a starci per qualche periodo con i suoi genitori. L'appartamento di Viareggio è ancora da mettere a posto: vanno trovati tempo e denari. Per quanto sia necessario, non è poi così urgente... il riferimento ultimo potrebbe essere la primavera/estate 2023, proprio per ospitare Giulia, Oliver e Cesare.
Ho invece cominciato da alcuni mesi a questa parte a spostarmi in località diverse anche per tempistiche brevi. A maggio/giugno all'Isola d'Elba, in piena estate a Limone Piemonte e poi Aosta, verso l'inizio dell'autunno, un paio di giorni a Reggio Emilia. Può diventare un modello di vita se si fa attenzione a scegliere ipotesi di alloggio, in hotel o appartamento, che comportino poca spesa. Prima colazione, pranzo, cena e comfort accessori (drink, merende, spuntini) li faccio sia che mi trovi a Viareggio sia in giro in altri posti, e pertanto non incidono sull'abituale economia personale. Abbandonate le radici, inutile pensare di crearne di nuove altrettanto profonde, sarebbe impossibile, meglio invece una cittadinanza nel mondo.
Spostamenti futuri prossimi posso vederli, dove e quando chissà mai, legati a incarichi di lavoro. Come alcuni sanno ho predisposto un progetto professionale che interessa i territori dell'Arco Alpino Occidentale: possibile dunque che mie nuove mete siano legate a questa vicenda. Forse sarà addirittura indispensabile scegliere da quelle parti una sede che diventi abbastanza stabile. Il tutto è legato, evidentemente, al fatto di ottenere incarichi di lavoro e dove ottenerli.
Ciò posto, mi sembra che la definizione di randagio si attagli a me più che quella di vagabondo; questa seconda in qualche modo evoca requisiti quali essere nullafacenti, non avere una meta precisa, tornare a volte inutilmente sui propri passi, quasi in un giro vizioso. E queste non mi sembra siano mie caratteristiche. Il randagio è altra cosa, oltre tutto vicina alla figura del gatto, che in qualche modo più di uno ha accostato a me; è stato pubblicato persino un libro Quel gran signore del Gatto Aldo, scritto dalla ingegnera Donatella Mascia e edito da Stefano Termanini (in Genova), presentato alcuni anni or sono anche al Florindo di Viareggio. Ma sul libro non posso vantare meriti né diritti, si tratta soltanto di una coincidenza terminologica.
I cinque miei lettori, uno o due in più di quelli del Manzoni, potranno certamente seguire le mie vicissitudini sulle pagine on line di Reteluna Genova Pistoia Cuneo Aosta, sempre che gliene importi qualcosa. Ricevo a volte richieste di persone collegate con me via whatsapp che mi dicono di piantarla di inviargli i miei articoli. Ma il lupo difficilmente perde il vizio o i vizi... e il gatto anche.
Saluti a tutti, buon weekend, ovunque voi siate. Come diceva Nunzio Filogamo tanti anni fa, amici vicini e lontani (e a metà strada)... un abbraccio grande!
Sabato 24 settembre 2022
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