di Aldo Carpineti
Liscia? gassata? La Ferrarelle ormai scarseggia, gli stessi magazzini aziendali faticano a soddisfare la richiesta. La distribuzione, grande e piccola, di dettaglio oppure su vasta scala, micro o macro, ha le scorte razionate. Secondo alcuni è speculazione, altri non hanno dubbi: è un servizio sociale.
Il tutto nasce dalla convinzione messa in giro, artatamente persino inutile dilungarsi in spiegazioni, che scegliere l'una o l'altra ti procuri modifiche esistenziali, un futuro incerto. Poche (o tante, secondo la marca scelta) bollicine, insomma, ti cambierebbero le prospettive della vita. Una teoria, Platone aveva le sue, Kant ed Egel non ne parliamo, Eidegger addirittura esagerava.
Ma questa, che è il nostro tema di oggi, le supera tutte. Sicuramente può trattarsi di un simbolismo, una allegoria, per alcuni un'iperbole, infine c'è chi sbriglia la fantasia... una epentesi, una sineddoche, un traslato, addirittura una ipotiposi. Pardon dimenticavo la metafora, essenziale.
Scegliamo la figura retorica che preferiamo, ma per carità restiamo con i piedi per terra. Forse l'acqua frizzante (tra poco la chiameremo ruvida per opposizione a liscia) potrà gonfiare un poco lo stomaco, ma è lontano il tempo in cui ci trasformerà in mongolfiere. Tra un po qualcuno, se continuo così, potrà gonfiarmi di botte, ma ogni idea comporta i suoi bravi rischi.
Anche per queste ragioni non esagerare con l'acqua (frizzante o no) è sempre buona norma. Di tanto in tanto qualche intervallo di buon vino fa soltanto bene. Per chi abbia anche qui dei dubbi, suggeriamo Traminer e Muller Thurgau che, oltre ad essere a metà tra le bollicine e le non bollicine, sono deliziosamente fruttati. Per chi abbia altri gusti, e privilegi il rosso a tavola, c'è tanta scelta, sul finale un Porto è quel che ci vuole. Lo diceva anche Ulisse eppure qualcuno sosteneva che era Nessuno.
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Domenica 30 ottobre 2022
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